venerdì 26 ottobre 2012

Rotonde di strada

Si recita sopra una riga bianca. Con le braccia si narrano di orgogliose gesta.
Il passo precedente si allunga dal presente. Affinché il collo possa spiccare il volo.
Prima le foglie e poi le stelle.
Gradini immaginari, per sincronizzare l'esistenza al moto delle rotonde stradali.

martedì 23 ottobre 2012

Foglie

Sudo per il vapore che arriva dalla terra,. O forse sono brividi, è nebbia.
Da qualche parte c'è un suono. S'impossessa dell'intervallo tra un dente e l'altro.
Si accatastano le note e spingono. Fosse musica la ascolterei, fosse corpo lo vedrei.
L'alba non è diversa dal tramonto, file di foglie da guardare.

mercoledì 17 ottobre 2012

Dezembro

La notte di dicembre è calda. Un appuntamento. Siano stelle o nuvole rosse.
Di rosso sarà il vino, che parlerà e racconterà. Avvolto in lana del passato, filata ad arte.
Dicembre è estate. Sabbia dimenticata.
Con che fatica si scala un tavolo. La curiosità di vedere oltre sosterrà la volontà.

Gozzo

C’è un campo delimitato ai lati. Subissato dalle squame, in attesa del gelo.
L’orizzonte è schiacciato sulle spalle di cimici imbrunite.
Un oceano si destreggia fra rovi e cavalli da corsa.
Il gozzo si gonfia per un salto. Fra il fango.

lunedì 15 ottobre 2012

Nero di pianura

Schegge di nero corrono sulla vista. Offuscano nelle giornate soleggiate. Che io adoro.
E si attenuano nel grigio, nel fumo opaco e uniforme.
Sono figlio di una pianura. Segnato nel corpo.

giovedì 11 ottobre 2012

Cielo

Al cielo è affidata la speranza, che è fallimento. E' affidato il vizio. Al cielo è affidata la colpa, dimenticata e non scordata.
Vasto, d'infinito limite, leggero e distratto, rende serena una massa, senza l'individuo.
Almeno fino a quando il piede non s'incrina nella buca che si è scavata appena dietro la nuca. Un sapore d'angoscia riprende il sopravvento e resta saldo su uno scoglio da tempo all'asciutto.

lunedì 8 ottobre 2012

La luce dei lampioni

Se c'è offerta in un sostantivo, si potrebbe acquistare la lingua. Agile, mobile, che possa raccontare quanto i lampioni illuminino poco nelle giornate soleggiate d'estate.
Se si salisse in alto, la quiete segnerebbe la carestia di un eco sussurrato.
Ma nella discesa si celano i pericoli più insidiosi.
Meglio seguire il corso del torrente, senza badare alle inutili luci.

venerdì 5 ottobre 2012

Il viaggio

Controllata la pressione. I pneumatici sono pronti.
Ci sono cavi di rame pendenti dagli occhi. La vista non è limpida, ma si vede la strada.
La gamba preme, a scatti, freno e acceleratore. Forse le formiche che tormentano il polpaccio non sono innocue. Strappi, stop, ripartenze.
E' fastidioso, ma si viaggia

Castagno d'acquazzone

Le foglie s'aggrappano al verde. Lente, senza apparente fretta, si volgono al termine.
Il tempo è cielo immobile. La terra può attendere.
Tanto ci sono i capelli che si agitano. In assenza di vento.
Non è poi così semplice estrarre la radice usando il gomito. Nonostante sia aguzzo in punta.
Un improvviso scuro getta acqua sul castagno della collina. E la moltitudine attorno al tronco si allontana. Tornerà.

mercoledì 3 ottobre 2012

Il corpo di un piatto

Per sopportare il trascorrere del tempo ho ruminato. Macerando ai lati il fusto, là dove è più morbido. Ma le pietre di sale sono affossate in fondo al rumore, il sapore si è perso fra un indefinito colore. Che si macchia e si confonde, mentre il volto punta diritto gli occhi ad altri orizzonti.
Linee che s’intrecciano e sostengono il sangue di un Sole e rischiarano la luce che ‘s’impossessa di una Luna.
Ecco, appena dietro al porfido di un’improbabile statua, ci dovrebbe stare il mare. Almeno così si dice. Vasto e schiumoso, appaga la voglia di sapore. Sempre sia ancora di moda.
Oggi – è raccontato - un corpo è un piatto vuoto. Perché le unghie hanno tolto i resti del cibo.